“Vittima sacrificale, capro espiatorio, il povero cosiddetto utilizzatore finale è la vittima predestinata a subire iniqui effetti, sempre e in ogni caso”: a parlare è lo scrittore e giornalista Marco Baroni Presidente dell’UGEI, Unione Giornalisti Europei Indipendenti,associazione punto di riferimento di chi fa informazione nell’UE”. Ecco il suo intervento in merito alla questione “etichette sugli alimenti”.
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Che, in questo momento, vi sia in atto una problematica legata alla siccità è indubbio ma, quanto è giusto che debba essere fortemente penalizzato continuamente, ininterrottamente, incessantemente e costantemente l’utilizzatore finale?
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Tra i notevoli aumenti dei prodotti alimentari che sarebbero causati dalla siccità, le cronache parlano, anche, di un forte rischio di aumento che potrebbe subire il prezzo di vendita del Parmigiano Reggiano. Se non si erra, i bollini che identificano le diverse stagionature del Parmigiano Reggiano, sono: aragosta che identifica il Parmigiano con oltre 18 mesi di stagionatura, argento che indica oltre 22 mesi di stagionatura e oro che indica oltre 30 mesi di stagionatura.
Ora, se per poter avere sul mercato una forma di Parmigiano Reggiano sono necessari, minimo, oltre 18 mesi di stagionatura, perchè il prodotto che si trova attualmente in vendita deve subire un aumento per via della siccità attuale? La causa, ovvero la siccità attuale, pare evidente che nulla abbia a che fare con la produzione relativa a, minimo, oltre 18 mesi fa e, di conseguenza, l’effetto di un suo aumento odierno assume, tanto, l’aspetto di una sorta di speculazione che, come al solito, la paga salatamente il solito povero utilizzatore finale.
Indubbiamente, l’attuale sistema economico ha un qualcosa che dovrebbe essere rivisto. Anche se, purtroppo, se ne parla poco, in Italia è particolarmente attiva una forte erosione del potere d’acquisto. Facendo un semplice esempio, se nel 1970 con 100 mila lire l’utilizzatore finale poteva, senza grandi problemi, trascorrere un fine settimana a Venezia, oggi con l’equivalente cifra in euro, ci si può permettere, con attenzione, una cena in trattoria.
Tra la produzione e la vendita finale di un prodotto, è stata creata una infinita catena, nella quale ogni singolo tassello deve ricavare un personale tornaconto, oltre che una particolare protezione. Nulla da eccepire, in senso assoluto, tranne, poi, considerare che al povero consumatore finale vengono ad essere brutalmente scaricati tutti gli aspetti negativi che corrono lungo questa lunga e complessa catena tra produzione e vendita finale.
In conclusione, poi, ci s’interroga del perché e del percome, la politica parlamentare, nel suo insieme, che avrebbe, tra l’altro, il compito di creare giusti presupposti di crescita, non intervenga decisamente anche a favore del povero utilizzatore finale e non solo, esclusivamente, a tutela dei facenti parte della catena che collega produzione e vendita.